La ricerca prende forma a Bologna
Nasce il Bellaria Research Center, centro all’avanguardia che ospiterà i nuovi laboratori di medicina traslazionale
Il 30 gennaio 2023, nell’aula magna dell’Ospedale Bellaria di Bologna, la Fondazione ha presentato il primo progetto per il benessere della comunità: il Bellaria Research Center.
Il centro, che sorgerà dalla ristrutturazione del Padiglione A dell’Ospedale Bellaria, ospiterà al proprio interno nuovi laboratori di ricerca basati sulla medicina traslazionale, che si occuperanno di data science, bioinformatica, bioingegneria e analisi del movimento per individuare terapie, farmaci e strumenti di supporto innovativi per tutti coloro che soffrono di patologie neurologiche.
Grazie al Bellaria Research Center – come hanno ricordato il presidente della Fondazione, Professor Pietro Cortelli e il Professor Raffaele Lodi, membro del Comitato Tecnico Scientifico – ai 140 ricercatori che già lavorano ogni giorno all’IRCCS (Istituto di Scienze Neurologiche di Bologna) si affiancheranno altre 40 giovani promesse della ricerca, grazie al cui lavoro sarà possibile ampliare lo spettro delle tematiche di studio e intervento.
Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte anche il direttore generale dell’Ausl Paolo Bordon, che ha ricordato quanto i giovani, la ricerca e l’innovazione siano i pilastri del futuro della sanità, e il Magnifico Rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari, che ha evidenziato il ruolo prezioso del Bellaria Research Center nel sostenere le attività dell’IRCCS affiancando l’operato dell’Università.
A fianco della Fondazione sono scesi anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che ha riconosciuto le enormi potenzialità del progetto nel dotare l’ospedale Bellaria di nuove tecnologie e competenze, e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che ha confermato l’impegno della Regione nel sostenere il centro con un apporto economico ancora in via di definizione, sottolineando quanto il fabbisogno previsionale di 1.500.000 euro non sia una “cifra drammatica” per l’impatto positivo generato da tale opera sulla salute delle persone.
Come membri della comunità di Bologna, e non solo, ciascuno di noi può fare molto: ogni piccolo gesto può dare speranza a tutte le persone ancora in attesa di risposte che convivono con una malattia neurologica.
Il benessere del cervello ha bisogno dell’aiuto di tutti.
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